Angelo nero

Angelo nero è una raccolta di racconti idealmente composta di tre parti, di cui “Prosespezzate” - una diaspora di microstorie e riflessioni - costituisce il frammezzo. Gli stili e i registri della scrittura sono i più diversi ed eterogenei e si susseguono o complementano spesso in un unico racconto: onirico, fantastico, favolistico, parodistico, grottesco, comico, fantascientifico, realistico; così come narrazione e metanarrazione, prosa e poesia si intersecano su diversi piani e spesso, anzi, si avviluppano su di un medesimo scorrimento senza soluzione di continuità.

I rimandi interni fra i racconti e i diversi frammenti, di differente natura – dai temi e argomenti ripresi e sviluppati in varie prospettive e sfumature, ad alcuni personaggi che paiono ritornare, a memorie e ricordi di una pseudo autobiografia, etc. -, fanno sì che il testo inavvertitamente produca un continuum narrativo pur nell’estrema dispersione e varietà dei soggetti e degli stili. In questo senso i “racconti” vanno letti come tessere di un processo narrativo relativamente unitario e a tramatura sporca, opaca, ma vivida. Gli ultimi due racconti lunghi, infatti, imprimono alla memoria del lettore un movimento in cui i diversi riferimenti interni alla plurivoca forma narrativa si raccolgano come in una spirale da cui emerge una figura di sottofondo, un volto, che però non si mostra e lascia mettere a fuoco, apparendo e svanendo come nell’immagine in movimento di una stampa olografica.