La solitudine della luna

Una situazione che si snoda ed è sospesa tra realtà e finzione: la giornata di un cane che prende l’abbrivio da un sogno. Una giornata qualunque vissuta tra presente e passato, tra solitudine e ostinazione a mantenere la propria identità mentre il futuro si presenta pieno di dubbi e di incertezze. Ma questo animale intende vivere lo stesso la sua fetta di destino come un giocatore che pur non avendo in mano granché vuole ugualmente concludere la sua partita: “… nella vita ci sono cose che non significano niente, ma importanti lo stesso per vivere, comunque, con quello che si ha.” E questa saggezza contro la sua volontà, così come ogni pensiero, gli viene da ciò che lo circonda. Nel breve arco di tempo considerato compaiono alcuni personaggi. Tra questi, il padrone, disossatore di maiali e vittima del suo stesso lavoro, oppure un vecchio che perde la centralità dell’”io” e si trasforma e si evolve in un “regresso”. Ma non è possibile dimenticare altri spazi delineati e fondamentali, come la discarica che è “scura, pigra, indifferente” o la città che è “misteriosa… la città dei respiri, delle voci, delle grida, dei sospiri e dei sogni…” ma che, in fondo, è come una discarica. Un racconto che riporta, attraverso l’emblematicità del soggetto, alla realtà della vita quotidiana. Una vicenda che ci riguarda da vicino.