"Tutto era pronto quella domenica mattina per la partenza. Io e Giancarlo dovevamo raggiungere Rimini dove si stavano svolgendo i Campionati di ballo."
È un giorno estivo, siamo ai primi di luglio, e una famiglia è presa dalla frenesia della partenza. I propri figli, Riccardo e Elisa, sono in città e, tra alti e bassi, hanno una propria e autonoma vita. Tutto sembrerebbe scorrere linearmente, tanto ieri quanto domani e come sempre. Ma, all’arrivo, una telefonata trasformerà la realtà in un buio infinito. Come le maschere del teatro greco, la vita toglierà il sorriso e metterà addosso a più famiglie la maschera del dolore e della sofferenza più profonda. Un gesto clamoroso e inaspettato, come un uragano che travolge tutto durante il suo passaggio, si è abbattuto e ha investito un piccolo mondo quotidiano portando via la serenità e lasciando al suo posto la tragedia. Il figlio Riccardo, in un momento di follia, ha compiuto un grave e imprevedibile gesto sparando alla sua ex compagna Ilaria, alla sua amica e, anche, al suo adorato figlioletto Cristian, per poi rivolgere l’arma contro se stesso.
A volte capitano vicende alle quali non si riesce a dare risposte e, dopo il dolore, da quel giorno particolare, la vita diventa una valanga di domande: perché questo?, perché ora?, perché a me?, perché non ho sentito? perché non ho capito? E su come sia possibile che la vita stessa ti stia trattando più male del solito, mentre si sente una forza che prende per mano la tua anima trascinandola in un incubo, in un tunnel che conduce in un fondo di disperazione.
Questo libro è la volontà e il coraggio di una madre a rappresentare la sua figura e il suo ruolo e, comunque, a mettere “in discussione” se stessa e il suo dolore.
